Chiesa dell’Immacolata

Il cardinal Comastri ha benedetto le icone e il nuovo Organo a canne

Nel pomeriggio del 14 dicembre, memoria di san Giovanni della Croce,nella chiesa dell’Immacolata Concezione di Porto Santo Stefano, la comunità parrocchiale si è riunita per accogliere il cardinal Angelo Comastri, che fu parroco dell’Arcipretura di Santo Stefano Protomartire dal 1979 al 1990, e per partecipare alla Messa solenne, presieduta e celebrata dal cardinale, che ha benedetto il nuovo organo a canne e le icone, realizzati per animare le liturgie e donare bellezza all’edificio sacro. Oltre al parroco don Sandro Lusini e al diacono Mario Felloni, a concelebrare c’erano alcuni sacerdoti della diocesi, tra cui don Mulenga Bavu e il liturgista don Marcello Serio, il padre passionista Paolo Zega del Ritiro della Presentazione del Monte Argentario e alcuni religiosi della comunità dei Servi del Paraclito, in particolare il Superiore generale p. Raffaele Talmelli e padre Paolo che hanno realizzato il nuovo organo.   Erano presenti anche alcune Monache carmelitane del Cerreto, le nostre suore dell’Immacolata, le Autorità civili e militari, l’Ente Palio e i capitani dei Rioni e la locale Confraternita del Santissimo Sacramento e di Misericordia. L’animazione è stata curata con i canti, eseguiti dal coro del maestro Luciano Sciortino e dalle monache, accompagnate all’organo dal maestro Michele Manganelli, organista della Cattedrale di Firenze. Nell’occasione all’ingresso della chiesa è stato consegnato un opuscolo, dove sono riportate informazioni sull’organo e sulle icone, che hanno completato le immagini sacre già presenti nella chiesa, tra cui quelle del portale in bronzo di Egidio Ambrosetti, le formelle in terracotta della Via Crucis e il crocifisso ligneo di Lea Monetti, la statua in bronzo della Vergine Immacolata di Vincenzo Montrone. Durante gli ultimi lavori di manutenzione straordinaria della chiesa svoltisi negli anni 2021-2023, che hanno riguardato sia l’esterno - tinteggiatura delle facciate, campetto in sintetico e impermeabilizzazione del tetto e della sala polivalente - sia l’interno - ripresa degli intonaci e di una nuova tinteggiatura - è emersa la volontà di sistemare meglio le icone già presenti e di realizzarne altre per meglio esprimere la comunione tra la chiesa del cielo e quella della terra. Le icone raffigurano alcuni santi legati alla comunità parrocchiale e alla diocesi: la beata Maria Maddalena dell’Incarnazione, al secolo Caterina Sordini, e santo Stefano Protomartire, patroni della comunità parrocchiale; san Paolo della Croce e san Gregorio VII, patroni della nostra diocesi; san Giacomo apostolo e sant’Ignazio di Loyola, patroni dei pellegrini; santa Teresa d’Avila e santa Teresa di Calcutta, simbolo della vita contemplativa e della vita attiva. Sono state realizzate dalle Monache carmelitane del monastero Janua Coeli del Cerreto di Sorano su tavole di tiglio, rispettando la tradizionale preparazione del legno con strati di gesso, colla e levigatura della superficie: ogni passaggio della lavorazione esprime attenzione e cura per un’immagine che apra lo sguardo alla preghiera e alla contemplazione.  Infatti, allo scopo di predisporre alla consapevolezza dell’incontro con Dio nella preghiera, è avvenuta la stesura del bolo, macinato finemente e reso quasi impalpabile, e l’applicazione della foglia d’oro brunito, cioè schiacciato con la pietra d’agata per dare alla foglia maggiore brillantezza. Il dipinto è realizzato con la tempera all’uovo: tecnica adatta per dare spessore al disegno, curare nel dettaglio i particolari ed introdurre ad una preghiera raccolta.
L’organo a canne, frutto di una lunga gestazione, è stato realizzato dai Padri della congregazione monastica dei Servi del Paraclito di Maciano (RN). In origine l’organo venne pensato per la cappella del coro delle carmelitane del Cerreto, che però per vari motivi, rinunciarono al progetto: così lo strumento, già in parte costruito, rimase nel monastero dei Servi del Paraclito, allora situato nella diocesi di Siena. Nel 2019 il parroco don Sandro Lusini, dovendo sostituire il vecchio harmonium elettrico della parrocchia, in accordo con l’organista Luciano Sciortino, pensò di scegliere uno strumento più completo e di valore per la musica sacra a servizio della liturgia. Su indicazione della priora del monastero del Cerreto, sr. Miriam, don Sandro contattò i padri incaricati della costruzione dell’organo e venne deciso di completare lo strumento, destinandolo alla chiesa in questione. Per ridurre le spese, che nella costruzione degli organi a canne sono sempre elevate, i religiosi hanno raccolto canne vecchie e malmesse di varia provenienza, destinate alla fusione per recuperarne il materiale e provveduto al restauro, così da far loro riacquistare la voce. Il subbasso era datato 1902 e alcune canne erano di fattura ottocentesca. Il completamento dell’organo ha richiesto un lungo e complicato intervento, a motivo della nuova collocazione e delle caratteristiche acustiche della chiesa: inoltre l’impianto primitivo dell’organo è stato ampliato con l’aggiunta di numerose canne, sia per i registri bassi che per quelli acuti. L’organo è a trasmissione elettrica e su una base di sei registri reali (360 canne); grazie all’estensione e a vari collegamenti tra i registri, si sono ottenuti quindici registri derivati. Il mobile, in legno massello di cipresso, è stato ottenuto da cipressi secolari abbattuti da una tromba d’aria.
Anche il trasloco della comunità dei Servi del Paraclito, dalla diocesi di Siena a quella del Montefeltro, e le difficoltà legate al Covid hanno prolungato il tempo di attesa per il completamento dello strumento. Nello sportello laterale del mobile è stata messa la scritta «In tempore calamitatis servi Paracliti fecerunt MMXX-MMXXIII», per significare il complesso e necessario iter di tre anni. L’organo è dedicato alla memoria di Emiliana Fanciulli ed Emanuele Perillo, il cui lascito alla Parrocchia ha reso possibile la copertura delle spese per la sua realizzazione. Fin 2021 era stato messo in funzione qualche registro dell’organo, che da allora accompagna le celebrazioni liturgiche. Addesso l’iter della costruzione può dirsi completato. Alla fine della Celebrazione eucaristica e dei Riti di Benedizione, don Sandro ha ringraziato il card. Comastri per la sua presenza e per la benedizione all’organo e alle icone, nonché i padri costruttori dell’organo e le monache del Cerreto realizzatrici delle icone. Poi ha lasciato la parola alla carmelitana Sr. Maria Daniela del Buon Pastore, che ha ringraziato per l’invito e sottolineato la comunione che unisce la loro comunità monastica con quella parrocchiale di Porto Santo Stefano (una monaca del Cerreto suor Ludovica Benedetti è nativa di Porto S. Stefano), sia per diverse icone realizzate per le altre due chiese del nostro paese, sia per la costante preghiera  e incontri fra le nostre comunità. La monaca ha anche parlato di san Giovanni della Croce, cantore della bellezza del creato e delle creature, mediante lo sguardo di Dio Creatore e della bellezza divina attraverso il Figlio, per sottolineare come tale bellezza possa essere celebrata con la produzione di icone, che vogliono essere come una finestra che si apre sul cielo ricordandoci la meta del nostro cammino terreno. Nella stessa serata della Benedizione alle ore 21,00 il maestro Michele Manganelli, organista e maestro di Cappella dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze, ha tenuto il Concerto d’inaugurazione dell’organo, affiancato da padre Raffaele, questa volta nella veste di apprezzato tenore. Musica e canto di qualità hanno così concluso questa bella giornata, caratterizzata dall’accoglienza, dalla gioia, dalla bellezza, dalla musica e dalla comunione fraterna.

Laura Metrano

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