Anche quest’anno, per la ventesima volta, sono potuto andare in Burkina Faso per incontrare i tanti amici “missionari” e seguire i diversi progetti di cooperazione che, grazie alla generosità della comunità parrocchiale di Porto S. Stefano, sto portando avanti con il progetto “Missione CuoreNero”. L’incontro con le Missioni è sempre esaltante. Il Burkina Faso è ormai per me una seconda patria. L’ho praticamente girato quasi tutto (è grande quanto l’Italia) e conosco ormai tante comunità, vescovi, sacerdoti, religiosi (camilliani soprattutto), suore e laici. Questo viaggio è stato caratterizzato da tre eventi particolarmente significativi. Sabato 9 febbraio ho partecipato alla consacrazione del Santuario mariano nazionale Notre-Dame de Yagma, alla periferia di Ouagadougou. Questo santuario è caro ai cristiani del Burkina perché rappresenta un luogo di spiritualità e comunione ecclesiale per le 17 diocesi. Qui nel 1990 fu accolto il papa Giovanni Paolo II durante la sua seconda visita pastorale in una nazione per lo più animista e islamica, che più di ogni altra sta conoscendo una crescita significativa dei cristiani, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo (numero di vocazioni, impegno e corresponsabilità dei laici). Una folla immensa ha dato vita, come ogni anno nella seconda domenica di febbraio, ad una testimonianza di fede giovane ed entusiasta per la bellezza e la gioia di essere cristiani.
Il secondo momento è stato, nella Diocesi di Ouahigouya, la visita al Centre médical Notre-Dame de la Misericorde di Bam, un presidio sanitario che stiamo aiutando nella ristrutturazione e nella creazione di nuovi padiglioni (laboratorio di analisi, medicina generale, oculistica, radiologia, maternità). Ho potuto constatare, accompagnato nel cantiere dal direttore del centro l’abbé Jean-Pierre Sakouri, l’andamento dei lavori, compresa la realizzazione di una cappella per l’assistenza spirituale ai malati. Questo progetto è finanziato con il ricavato della vendita del libro Destinazione Santiago. Dopo il Centro medico abbiamo visitato il piccolo monastero Jesus-Sauveur di Honda, ispirato alla spiritualità di Charles de Foucauld. Dopo aver reso omaggio alla tomba dell’abbé Emanuel, fondatore e primo priore morto nel novembre del 2011, accompagnato dai 4 giovani novizi un breve sopralluogo al cantiere dei due nuovi edifici quasi ultimati per l’alloggio e la vita della piccola comunità monastica. E’ per me sempre emozionante venire in questo piccolo eremo nella savana, rivedere la campana da me portata il giorno dell’inaugurazione (2005), campana che scandisce nel silenzio più assoluto i ritmi della preghiera e delle giornate, ricordando come la missione della Chiesa e l’evangelizzazione hanno il loro fondamento nella preghiera silenziosa e adorante.
Infine il terzo evento di questo viaggio è stato l’incontro con i seminaristi e i superiori del Petit seminare Notre-Dame de Nazareth a Ouahigouya. Anche qui, durante questi anni, notevole è stato l’impegno della comunità parrocchiale di Porto S. Stefano e di tanti amici e benefattori nell’aiuto al Seminario e alle sue strutture (cappella, dormitori, aule, pozzo). L’anno scorso lasciai al rettore abbé André Ouedraogo una prima somma per iniziare la costruzione di un campo polivalente (basket, palla a volo, palla a mano, calcio) per le attività sportive dei ragazzi e a lavoro ormai quasi ultimato ho potuto consegnare la rimanenza. Questa struttura per i giovanissimi seminaristi sarà intitolata a Don Maurilio Carrucola, con cui ho condiviso l’avventura della vocazione al sacerdozio dagli anni del seminario minore fino al seminario maggiore di Siena (insieme lì vi abbiamo fatto la teologia e per diversi anni abbiamo condiviso l’insegnamento). Don Maurilio venne con me in Burkina nel 2000 e in questo seminario, allora agli inizi della sua storia, passammo alcuni giorni ospiti del vescovo Mons. Philippe e della comunità dei superiori. Per questo mi è sembrato giusto lasciare qui un ricordo di un amico, di un sacerdote ed educatore ricco di sapienza, bontà e umanità qual è stato don Maurilio. Lo abbiamo ricordato con tutti i seminaristi in una celebrazione eucaristica proprio nel secondo anniversario della sua morte: una preghiera intensa per un sacerdote che tanto ha amato i giovani, nel suo ministero sacerdotale in Diocesi e come educatore nel Seminario.