Suore dell’Immacolata e la storia della Scuola Materna Charitas

Verso la fine dell'Ottocento la mancanza di asili infantili era un problema molto sentito dalla comunità di Monte Argentario: a Porto S. Stefano i bambini di età compresa tra i 3 e i 7 anni erano circa 550 e molti di loro venivano affidati alle cure di insegnanti improvvisate e prive dell'abilitazione scolastica prevista; inoltre le strutture e gli ambienti in cui i bambini venivano accolti erano piccole stanze, scarse di luce ed igiene, insufficienti per il grande e crescente numero di bambini. Fu così che il 26 gennaio 1891 fu sollevata in Consiglio Comunale la proposta di costruirne uno a Porto S.Stefano e poco dopo fu fondato un Comitato Promotore. Dovettero passare ben 32 anni di complicazioni, inadempienze e ritardi perché a Porto S.Stefano si realizzassero nel 1923 due asili per l'infanzia: per primo l'Asilo Charitas, voluto dal parroco Mons. Giacomo Magnani, e qualche mese più tardi l'Asilo F.G.Cuniberti. Dopo diversi anni di lotte inconcludenti, nel gennaio 1920 intervenne l'arciprete Mons. Magnani, chiedendo inizialmente all'amministrazione comunale di poter usufruire dei locali della Fortezza Spagnola per accogliere i bambini del paese a scopo educativo e didattico: iniziativa che incontrò una forte opposizione della Camera del lavoro e della Sezione Socialista del paese, che riuscirono ad impedirne l'iniziativa, facendo riferimento a vecchie deliberazioni del Consiglio Comunale che proibivano di affittare tali locali per scopo abitativo o educativo a causa del deposito dell'acqua che si trovava nella parte bassa dell'ex struttura militare. Nel settembre 1921, su pressioni del Provveditorato agli Studi di Grosseto, il sindaco di Monte Argentario Luigi Busonero incaricò la Congregazione di Carità di formare un Comitato cittadino per la raccolta dei fondi necessari alla costruzione dell'asilo infantile, visto che nonostante la donazione del cav. Svetislaw Cuniberti, di origini piemontesi, trasferitosi a Porto S.Stefano da diversi anni e consigliere comunale, morto senza eredi il 24 gennaio 1899, lasciando il suo patrimonio alla comunità del paese per la costruzione di un asilo per l'infanzia. Il modo di procedere del Comitato, composto dai membri dei partiti politici locali, da alcuni volenterosi privati cittadini e da Mons. Magnani, non convinse quest'ultimo il quale costituì un nuovo Comitato tutto femminile e di stampo clericale. Tale improvvisa decisione si disse essere dovuta al fatto di aver appreso che le indicazioni testamentarie del cav. Cuniberti precisavano che il nuovo asilo dovesse avere un'impostazione educativa prettamente laica. Il Comitato femminile di Mons. Magnani riuscì in breve tempo a raccogliere il denaro necessario per avviare i lavori per la costruzione della nuova struttura. Nel gennaio 1922 fu posta la prima pietra e, grazie alla cospicua somma donata dal Papa Benedetto XV e alle opere di bene di tanti generosi cittadini, il 7 maggio 1922 fu posta la seconda pietra e vennero portati avanti i lavori. Il Consiglio Comunale, considerato che non avrebbe contribuito a tale opera di grande utilità, concesse però un sussidio di lire 1.000. Nel frattempo l'Arcivescovo di Calcedonia, Mons. Andrea Caron, chiamò le Suore dell'Immacolata di Genova per affidare loro l'Asilo Parrocchiale fatto costruire da Mons. Magnani, dove arrivarono il 1° gennaio 1923. L'8 aprile 1923, mentre i lavori stavano per essere ultimati, Mons. Magnani chiese ed ottenne dal Comune l'esonero dal pagamento del dazio consumo sui materiali da costruzione impiegati nell'erezione dell'Asilo. Le Suore iniziarono l'apostolato il 7 maggio 1923 spendendosi da subito nella Scuola Materna – compresa la refezione - e nel Laboratorio di cucito e ricamo per le giovani. Le prime Suore furono: Sr.M.Guglielmina, Superiora; Sr.M. del Bambino Gesù per il Laboratorio; Sr.M.Vittoriana, aiutante d'Asilo; Sr.M.Giovannina per i lavori di casa. Domenica 13 maggio 1923 ebbe luogo la benedizione dell'Asilo Charitas, impartita dall'Arcivescovo Caron. Il giornale diocesano cattolico Rinnovamento riportò la cronaca della cerimonia: "Alle ore 10 un lungo corteo mosse dalla Chiesa verso l'Asilo; precedevano i giovani del Circolo Fede e Patria con bandiera, la Società di S. Stefano e le altre associazioni cattoliche coi loro rispettivi stendardi, una buona parte della Giunta Municipale e una folla di popolo commossa e plaudente. La banda cittadina prestò per l'occasione uno scelto e gratuito servizio. Dopo la benedizione venne celebrata da Mons.Magnani una Messa all'aperto sul piazzale dell'Asilo. Non potremmo chiudere queste brevi note senza tributare a Mons.Magnani una parola di plauso. Si deve essenzialmente a lui se l'asilo è un fatto compiuto. Egli vincendo le innumerevoli difficoltà oppostegli dalle mummie incartapecorite dell'anticlericalismo nostrano ha voluto preparare ai bambini di questa parrocchia un Istituto ove si fonde in sublime armonia l'amore di Dio e della Patria". Purtroppo i documenti di fondazione e il decreto di apertura dell'attività furono perduti a causa dei bombardamenti subiti negli anni 1943-1944, che danneggiarono notevolmente il caseggiato e sepolto tante memorie. Nel tempo furono molte le Suore che si susseguirono nella Casa, anche se alcune vi rimasero solo pochi mesi. L'8 dicembre 1943, alle 12.30, aerei da guerra provenienti dal mare, bombardarono pesantemente Porto Santo Stefano: 34 vittime civili ed un numero imprecisato di feriti furono il bilancio finale di quello che sarebbe dovuto essere un tranquillo giorno di festa in un tranquillo paese di mare. Fu quello, per Porto Santo Stefano, fino ad allora solo sfiorato dagli orrori della guerra, l'inizio di una serie di bombardamenti ed incursioni aeree che si protrassero fino al 7 giugno dell'anno successivo. Le Suore (Sr.M. di S.Cecilia Baldisseri, Superiora, Sr.M.Canzianilla D'Agostino, Sr.M.Fortunatina Decio, Sr.M.Benilde Meistro e Sr.M.Vincenzina Rovelli) avevano resistito, restando nell'asilo, con eroico sacrificio e con grave pericolo. La popolazione, compresi i Sacerdoti, era sfollata da mesi. Nei locali dell'Asilo erano stati trasferiti gli uffici del Municipio. Alle Suore era stato affidato l'incarico di occuparsi delle mense. Nell'aprile 1944 la casa, già rovinata nelle precedenti incursioni, nelle quali aveva perso il tetto, per due volte ricostruito, venne danneggiata quasi al completo da un terribile bombardamento e resa inagibile. Solo allora, non avendo altro riparo, le Suore decisero di partire per Genova intraprendendo un viaggio che risultò disastroso, per la mancanza di mezzi di trasporto e per i continui bombardamenti, dal quale ebbero salva la vita per miracolo. Partite il sabato da Porto S. Stefano, arrivarono a Genova il lunedì "più morte che vive", con gli abiti bucherellati e strappati dai ferri dei fili spinati in cui si erano impigliate fuggendo di notte per mettersi al riparo. Nel gennaio 1946 ritornarono a Porto S. Stefano Sr.M.Canzianilla D'Agostino e Sr.M.Susanna Gammarota che, con l'aiuto della Superiora dell'Isola del Giglio, Sr.M.Teodolinda Guinasso, rimisero a posto la casa ridotta in pessime condizioni, per andare incontro alle famiglie che, di ritorno dopo essere sfollate, non trovando più la loro casa, furono obbligate a vivere tra le macerie. Presto le Suore accolsero i bambini all'Asilo, dove anche Mons. Magnani aveva preso alloggio. Inizialmente, subito dopo la sua fondazione, l'Asilo Charitas, così chiamato a quel tempo, era proprietà della Parrocchia di Porto S.Stefano. Il parroco Mons. Giacomo Magnani, per aggirare il pericolo derivante dalle restrizioni previste dalle leggi del Fascismo in materia di istituzioni, lo acquistò, facendolo diventare sua proprietà privata, e nell'aprile 1943 avviò le pratiche per la donazione all'Istituto dell'immobile e del terreno sovrastante a gradoni in località "Pianetto", che si conclusero il 19 luglio 1946: da allora l'Asilo Charitas appartiene alle Suore dell'Immacolata, che lo hanno sempre gestito fin dalla sua fondazione nel 1923. Nel corso degli anni vennero eseguiti vari lavori nell'interno e all'esterno dell'edificio, tra cui nell'ottobre 1946 quelli per trasformare un locale al pianterreno in cucina e refettorio. L'Asilo delle Suore è sempre stato un punto di riferimento e di grande sostegno per tutta la comunità del paese. Mons. Pietro Fanciulli, originario santostefanese, ordinato sacerdote il 29 giugno del 1945, non essendoci più la Chiesa, celebrò la sua Prima Messa nella piccola Cappella dell'Asilo. Il lavoro delle Suore diventò sempre più impegnativo, sia con i numerosi bambini della Scuola Materna, sia con l'aiuto in Parrocchia, l'insegnamento del catechismo, la preparazione ai Sacramenti, la formazione e il servizio dei chierichetti, il laboratorio di cucito e ricamo per ragazze che si teneva tutti i pomeriggi dalle 14 alle 18 presso l'Asilo. In tutti questi anni le Suore dell'Immacolata hanno sempre offerto e continuano ad offrire a tutta la comunità di Porto S.Stefano un servizio prezioso, generoso e instancabile. Molte generazioni di santostefanesi sono cresciute all'Asilo delle suore e continuano ad iscrivervi i propri figli. Ancora oggi le Suore dell'Immacolata sono impegnate, oltre alla Scuola materna, nell'apostolato parrocchiale (il servizio liturgico, la comunione agli ammalati, l'insegnamento del catechismo, l'oratorio estivo) e collaborano con le diverse realtà parrocchiali. Nel tempo diverse Suore dell'Immacolata hanno prestato servizio nel nostro paese e alcune hanno origini santostefanesi: Sr.M.Donatina Loffredo, Sr.M.Redenta Bruni, Sr.M.Teresita Cerulli, Sr.M.Stefanina Spinosa, M.M.Antonietta Mazzitelli, Sr.M. Elvira Perillo, Sr.M.Paola della Croce Pelli, Sr.M. Veneranda Galatolo e Sr.M. Casimira Galatolo. (Laura Metrano)