Porto Santo Stefano in festa per la Candelora e la Giornata della Vita Consacrata

La candelora

È una festa cristiana, celebrata il 2 febbraio, quaranta giorni dopo il Natale. Il suo nome, dato popolarmente, è collegato al fatto che ai fedeli partecipanti alla celebrazione vengono distribuite e benedette le candele, simbolo di Gesù, vera luce del mondo e delle genti. La tradizione cristiana afferma la loro importanza nella difesa contro il male: per questo è ancora più bello e significativo parteciparvi, così da portare a casa la luce di Cristo, nostro Salvatore.
Ebbe origine in oriente col nome di ipapante - che vuol dire incontro - dove era celebrata il 14 febbraio, perché il Natale era il 6 gennaio. Poi si diffuse in occidente e fu spostata al 2 febbraio, dato che dalla metà del IV secolo il Natale s’iniziò a festeggiare il 25 dicembre. Inizialmente detta la festa della Purificazione di Maria, perché secondo la legge ebraica una donna era considerata impura per quaranta giorni dopo il parto e anche Maria si recò al Tempio, compì il rito della sua purificazione e offrì il suo figlio primogenito.
In questa festa noi cristiani ricordiamo la Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme: avvenimento presentato dal Vangelo di Luca (2,21-40), letto in tale ricorrenza, che sottolinea il rispetto della legge del Signore da parte di Maria e Giuseppe e il loro incontro con Simeone e Anna, nel quale venne preannunciato a Maria, riguardo a Gesù, che «egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

La Giornata della vita consacrata

Nel 1997 Giovanni Paolo II stabilì che la Giornata della vita consacrata venisse celebrata il 2 febbraio, nella ricorrenza liturgica della Presentazione del Signore al tempio, per due funzioni: aiutare la Chiesa a valorizzare sempre più la testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo da vicino con la pratica dei consigli evangelici ed essere un’occasione propizia per le persone consacrate per rinnovare i propositi e ravvivare i sentimenti che devono ispirare la loro donazione al Signore.Quest’anno in diocesi è stato scelto di festeggiare la Giornata della vita consacrata a Porto Santo Stefano, nella chiesa di Santo Stefano Protomartire, dato che ricorre l’anniversario dei cento anni della presenza e del servizio prezioso, umile e generoso delle Suore dell’Immacolata di Genova nel nostro paese. Arrivarono a Porto Santo Stefano il 1° gennaio 1923, su richiesta dell’arcivescovo di Calcedonia, mons. Andrea Caron, che aveva affidato loro l’incarico di occuparsi dell’asilo parrocchiale, prima scuola materna del paese, fatto costruire da mons. Giacomo Magnani, i cui lavori terminarono l’8 aprile di quell’anno. Così il 7 maggio 1923 iniziarono il loro apostolato nella scuola materna, compresa la refezione, e nel laboratorio di cucito e ricamo per le giovani. Il 13 maggio 1923 avvenne la benedizione dell’asilo, impartita dall’arcivescovo Caron; allora la cronaca di tale cerimonia venne riportata nel settimanale diocesano di Grosseto Rinnovamento.
Le suore dell’Immacolata furono preziose anche durante la seconda guerra mondiale, che vide il paese quasi completamente distrutto dai bombardamenti: vi rimasero fino a che, dopo ripetuti crolli, l’asilo divenne inagibile, a causa di un terribile bombardamento nell’aprile 1944. Furono costrette a tornare a Genova, ma ritornarono nel gennaio 1946, per sistemare la casa, ridotta in pessime condizioni, e aiutare le famiglie, di ritorno dopo essere sfollate, costrette a vivere tra le macerie, nell’attesa della ricostruzione.
Allora l’Asilo Charitas era proprietà della Parrocchia di Porto Santo Stefano; successivamente venne acquistato da mons. Magnani, per aggirare il pericolo delle restrizioni previste dalle leggi del Fascismo in materia di istituzioni, facendolo diventare sua proprietà privata e nell’aprile 1943 vennero avviate le pratiche, concluse il 19 luglio 1946, con cui vennero donati l’immobile e il terreno sovrastante all’Istituto delle Suore dell’Immacolata di Genova.Da sempre l’asilo delle suore è punto di riferimento e sostegno per tutta la comunità di Porto Santo Stefano: ancora oggi le immacolatine con l’apostolato parrocchiale, il servizio liturgico, la comunione agli ammalati, l’insegnamento del catechismo, l’oratorio estivo per le ragazze e la collaborazione con le diverse realtà parrocchiali, nonché con l’offerta di occasioni di formazione, testimonianza e preghiera.

La celebrazione

Giovedì 2 febbraio la celebrazione è stata particolarmente solenne, con la S. Messa presieduta dal vescovo Giovanni Roncari, concelebrata da don Sandro Lusini, don Antonio Metrano e padre Antonio Benedetto Sorrentino della Fraternità  monastica di Gerusalemme di Pistoia, relatore sabato 4 febbraio ad Albinia all’incontro di studio sulla Parola di Dio offerto dalla Scuola interdiocesana di formazione teologica: celebrazione che ha visto il servizio del diacono Mario Felloni e dei diversi ministranti, e animata dalla musica dell’organo e dalle voci del coro Schola Cantorum diretta dal maestro Luciano Sciortino.
Il vescovo Giovanni e i religiosi della diocesi hanno ricevuto l’accoglienza della comunità parrocchiale, raccolta e commossa, intervenuta anche per ringraziare la generosità e l’instancabile servizio delle suore dell’Immacolata: partiti in processione dalla vicina Sala multimediale Madre Teresa di Calcutta della locale Confraternita del Santissimo Sacramento e della Misericordia, sono entrati in chiesa e, prima di percorrere la navata, hanno sostato all’ingresso, dove il vescovo ha benedetto le candele, i religiosi e tutti i fedeli.
Nell’occasione sr. Giovanna Magni, superiora delle suore dell’Immacolata a Porto Santo Stefano e responsabile diocesana della vita consacrata, ha presentato le comunità religiose presenti oltre la loro (Francescane Adoratrici della Santa Croce dell’Isola del Giglio, Famiglia dei Discepoli di Cristo di Orbetello, Serve del Santissimo e della Carità di Manciano, Piccole Figlie di S. Giovanni Gualberto di Pitigliano, Monache carmelitane del Cerreto di Sorano, Padri Passionisti del Monte Argentario). Le suore e i religiosi passionisti hanno rinnovato - comunità per comunità - i voti religiosi davanti al vescovo diocesano e all’assemblea che ha seguito con attenzione e raccoglimento le varie formule. Nell’omelia il vescovo è partito dalla chiamata di tutti alla fede cristiana, simboleggiata dalla luce accesa all’inizio della celebrazione, che nella Chiesa rappresenta Cristo, rivolgendosi ai bambini del catechismo e collegandosi al rito del battesimo, nel quale il battezzato riceve un cero, la cui luce è simbolo di Cristo, e ai genitori è rivolta la parola: «Fate in modo che vostro/a figlio/a viva come figlio della luce». Ha affermato anche come in questa liturgia e soprattutto in quella della notte di Pasqua venga celebrata la luce che, come ricorda il prologo di Giovanni (Gv 1,1-18) «illumina ogni uomo», a significare che tutti siamo chiamati a seguire Gesù, ognuno secondo i doni ricevuti, come affermato nella parabola dei talenti, per cui ciascuno deve scoprire il dono ricevuto dal Signore, da mettere a disposizione per la costruzione della Chiesa.
Infine il vescovo ha ringraziato i religiosi presenti,sia per il loro prezioso servizio nella nostra diocesi, in particolare quello delle Suore dell’Immacolata in questi cento anni a Porto Santo Stefano, sia come persone che hanno risposto generosamente e sono rimasti fedeli alla chiamata divina, ed infine Dio per averli donati alla nostra diocesi, perché gliene renda merito. Sr Giovanna ha fatto dono alle religiose di un libro che presenta la vita del loro fondatore, Sant’Agostino Roscelli. Dopo la Messa, il vescovo, le religiose e i religiosi sono ritornati nella sala dedicata a Madre Teresa di Calcutta, dove un momento conviviale e fraterno concludeva questa giornata di gioia e di condivisione della loro vita consacrata a servizio della Chiesa diocesana.


Laura Metrano

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