Il ritorno del cardinal Comastri a Porto Santo Stefano


Ci rivedremo a Capo d’Omo…
Undici anni che hanno lasciato un segno indelebile, undici anni ricchi di fervore nella fede e pieni di momenti indimenticabili. Dal 1979 al 1990 don Angelo Comastri è stato il parroco di Porto Santo Stefano e qui venne ordinato vescovo per andare a guidare la diocesi di Massa Marittima-Piombino per poi essere nominato arcivescovo di Loreto e successivamente essere chiamato direttamente in Vaticano da papa Giovanni Paolo II che lo nomina suo vicario per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro. È per tutti questi motivi che la ricorrenza per il trentesimo anniversario dell’ordinazione episcopale non poteva che essere festeggiata, sabato scorso 11 settembre, a Porto Santo Stefano, ovvero nel luogo che conserva don Angelo nel cuore e che lo porta per sempre nel cuore.
Si, abbiamo detto don Angelo perché a Porto Santo Stefano il cardinale Comastri continua ad essere per tutti «don», un segno di stima, riconoscenza e amicizia, quasi un modo intimo per chiamare un amico verso cui si vuole mostrare riconoscenza per ciò che ha fatto. Non a caso il sindaco del comune di Monte Argentario, Franco Borghini, ha raccontato l’aneddoto in cui ha ricevuto la telefonata del Cardinale il giorno dopo della sua elezione alla carica pubblica. Borghini rispose al telefono dicendo «Eminenza…» e Comastri replicò: «Mi chiami eminenza perché vuoi farti chiamare signor sindaco?». La telefonata proseguì con «caro don Angelo» e il Cardinale ribatté «caro Franco». Ecco, in questo aneddoto è condensato il rapporto tra Comastri e Porto Santo Stefano, un legame forte e solido, basato sulla fede e sull’amicizia, sul rispetto e sulla riconoscenza, sulla stima e sulla consapevolezza reciproca che don Angelo è una grande risorsa e Porto Santo Stefano ha mostrato di saper cogliere l’opportunità di avere questa risorsa. Non a caso il sindaco Borghini ha detto di aver pensato per un attimo a scrivere un discorso ufficiale per salutare il Cardinale, ma poi ha desistito spiegando che «gli amici si salutano con il sorriso e con il cuore e non con i discorsi ufficiali».
Il parroco di Porto Santo Stefano don Sandro Lusini conosce benissimo questi aspetti ed è per tale motivo che ha insistito con tutte le proprie forze per avere don Angelo a Porto Santo Stefano e, anche se c’è stato da aspettare un anno a causa della pandemia, la perseveranza non è mai venuta meno e così tutta la comunità ha potuto abbracciare don Angelo.
La celebrazione eucaristica si è tenuta all’aperto nel piazzale dei Rioni con alle spalle il palazzo comunale di Monte Argentario e di fronte lo splendido mare dello stadio di Turchese, in mezzo un bagno di folla che non è voluta mancare a questo appuntamento, tanto è vero che al momento del commiato il cardinale Comastri ha detto: «fra i tanti ricordi di Porto Santo Stefano che porto nel cuore adesso porterò anche quello di questa splendida giornata».
La celebrazione è iniziata con il saluto di Marco Scotto in rappresentanza dei Marinai d’Italia che ha rimarcato le figure emblematiche della fede di questa terra, ad iniziare dalla beata Maria Maddalena dell’Incarnazione, al secolo Caterina Sordini che nacque a Porto Santo Stefano, poi San Paolo della Croce che all’Argentario ha trovato la santità per proseguire con  Santa Madre Teresa di Calcutta e San Giovanni Paolo II che questa terra hanno visitato. I Marina d’Italia hanno dato il benvenuto «all’uomo di Chiesa, al prete, all’amico fraterno», lo hanno ringraziato per ciò che ha fatto e hanno concluso dicendo: «sarà sempre il benvenuto, anzi il bentornato». Nell’omelia il Cardinale ha ripercorso alcune tappe del suo percorso da parroco a Porto Santo Stefano, ha citato il ricordo delle straordinarie Messe della notte di Natale in cui la chiesa era gremita già molte ore prima dell’inizio della celebrazione ed ha ricordato il sacrestano Ninnarello impegnato nella ricerca di ogni sedia disponibile per fare sedere i fedeli. Ha anche raccontato un episodio avvenuto a Loreto quando una sera di maggio la mamma, poco prima di morire, gli disse: «A Porto Santo Stefano ti hanno voluto bene», poi si corresse: « … ci hanno voluto bene».
Comastri ha rievocato anche le vocazioni sacerdotali che sono sbocciate in quel periodo, don Mariano, don Adorno, don Antonio, don Giuseppe e, qualche anno dopo, don Giacomo, tutti sacerdoti e parroci che a loro volta stanno seminando il bene e la parola del Vangelo. A un certo punto dell’omelia ha mostrato un’audio cassetta che custodisce gelosamente in cui è incisa la canzone che gli dedicò Publio Terramoccia l’ultimo suo giorno da parroco di Porto Santo Stefano. Un passaggio della canzone recita «ci lasci una luce, ci lasci il tuo cuore», il testo della canzone termina con «ci rivedremo a Capo d’Omo» ed a tale proposito don Sandro ha spiegato a chi non è dell’Argentario che Capo d’Omo è un luogo suggestivo che evoca l’orizzonte infinito e quindi l’incontro con Dio in paradiso.
Il cardinale Comastri ha terminato l’omelia dicendo «auguro a tutti di vincere il palio della vita», facendo chiaro riferimento a un’altra manifestazione come il Palio Marinaro dell’Argentario che coinvolge indistintamente tutti i santostefanesi e non a caso erano presenti, in veste ufficiale, sia i rappresentanti dell’Ente Palio che dei singoli rioni.
Comastri ha ringraziato tutti i presenti, un ringraziamento particolare lo ha rivolto al vescovo Giovanni perché «è riuscito ad essere presente malgrado il fardello di impegni che deve sostenere». È evidente il riferimento al doppio incarico di vescovo delle diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello e di Grosseto, due diocesi ricche di iniziative e con distanze notevoli che non sono certo agevolate da una viabilità ottimale e che inevitabilmente costringono il vescovo Giovanni ad autentici tour de force.
Al termine della celebrazione è stata intitolata a Santa Madre Teresa di Calcutta, e il cardinale ha donato una reliquia e un quadro raffigurante la santa dei poveri, la nuova Sala multimediale della Misericordia di Porto Santo Stefano, che era stata inaugurata lo scorso 23 luglio con la benedizione del vescovo Giovanni. In questo contesto il benvenuto è stato posto del governatore della Misericordia di Porto Santo Stefano Roberto Cerulli che ha ricordato la storica visita di Madre Teresa a Porto Santo Stefano nel 1988, immaginando che dove la Santa volse lo sguardo per la prima volta è sorta la sede della Misericordia e dove toccò il suolo di Porto Santo Stefano è nata la Sala multimediale. Era presente anche il presidente regionale delle Misericordie della Toscana Alberto Corsinovi che ha ringraziato il cardinale Comastri per la straordinaria accoglienza che nel 2016 organizzò in Vaticano a tutti i volontari in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, quindi ha ribadito con forza il ruolo di volontariato delle Misericordie, rimarcando che «le Misericordie sono gli artigiani del volontariato e non imprese come ha detto qualcuno». Il riferimento al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è apparso chiaro e inequivocabile e la stoccata ha colpito nel segno.
Questa è stata la giornata del cardinale Angelo Comastri a Porto Santo Stefano, una giornata emozionante e intensa, autentica, vera e reale, esattamente come è il rapporto fra Porto Santo Stefano ed il suo don Angelo.
Paolo Mastracca

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