In preghiera con il sangue del Beato -Porto S. Stefano ha ricordato, con la presenza della reliquia, Giovanni Paolo II

Preghiera

In questi giorni la comunità parrocchiale di Porto S.Stefano sta vivendo diversi momenti di festa, di formazione, di preghiera e di adorazione, sulle orme dei beati Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, la compaesana Caterina Sordini di cui il 29 novembre ricorre la festa liturgia, e Giovanni Paolo II, con l'ostensione di una reliquia del suo sangue. La reliquia è stata accolta nella Chiesa di S.Stefano la sera del 25 novembre con una veglia di preghiera dal titolo "Aprite, anzi spalancate, le porte a Cristo": parole tratte dal discorso che Giovanni Paolo II pronunciò il 22 ottobre 1978 all'apertura del suo Pontificato e che, oltre ad essere un invito forte e deciso a porre Cristo al centro della vita, hanno rappresentato lo slogan del suo progetto di vita, sia come capo e guida della Chiesa, sia come uomo dalla profonda fede e dal grande carisma, che lo hanno accompagnato nei diversi paesi del mondo per portare il Vangelo di Cristo e la sua parola di speranza. Si sono alternati momenti di canto, di silenzio e di preghiera, alla lettura di brani che hanno ripercorso le tappe fondamentali della vita di Giovanni Paolo II, riportando anche alcuni discorsi rimasti impressi nella storia del suo pontificato, dal grande significato ed insegnamento di vita e di fede, che hanno offerto spunti di riflessione personale. La reliquia del sangue del beato, prelevato due giorni prima della sua morte, in questi giorni venerata da molti fedeli, vuole innanzitutto permettere che si onori la sua persona, ma soprattutto che si ricordi la sua testimonianza e i suoi insegnamenti che hanno lasciato un grande segno in tutti coloro che lo hanno incontrato e/o ascoltato. Le sue parole di grande intensità spirituale e umana ci hanno guidato e invitato a non avere paura, ad essere coraggiosi testimoni di Cristo Risorto e del suo Vangelo, facendoci comprendere come solo l'amore dia senso alla vita, perché "solo chi sa amare fino a dimenticare se stesso per donarsi al fratello realizza fino in fondo la propria vita ed esprime al massimo grado il valore della propria vicenda terrena". E' riuscito a parlare a tutti gli uomini di qualunque età, condizione sociale, nazionalità e religione, cogliendo ogni occasione per trasmettere e mostrare nel loro significato più profondo i grandi valori umani alla base del cristianesimo e che costituiscono i pilastri su cui poggia la convivenza tra i popoli di ogni tempo. La veglia si è conclusa con il canto della Madonna di Czestochowa e con la venerazione alla reliquia, facendo sosta dinanzi alla stessa e prendendo come ricordo un'immagine del beato; inoltre chi voleva poteva firmare il registro delle visite e lasciarvi una preghiera o riflessione. La reliquia consisteva in poche gocce di sangue del beato poste in un'ampolla incastonata in un libro aperto di bronzo, con sulla pagina sinistra la scritta in latino "Giovanni Paolo II P.M." e "non abbiate paura" con lo stemma del suo pontificato, mentre sulla pagina destra l'ampolla con il sangue e l'immagine stilizzata del crocifisso. Sullo sfondo dietro il libro era posto un grande quadro raffigurante l'allora Papa Giovanni Paolo II, alcuni anni prima della sua morte, nel gesto del saluto: un quadro davvero toccante, simile ad una fotografia, con gli occhi che sembravano commossi e che sapevano penetrare nelle profondità del cuore. L'ostensione della reliquia si è tenuta fino al 30 novembre nella Chiesa di S.Stefano e poi in quella dell'Immacolata fino al 4 dicembre, quando verrà presa per essere portata a Genova dalle Suore dell'Immacolata, a cui va il nostro ringraziamento per l'opportunità ricevuta, visto che il custode della reliquia, Mons.Slawomir Oder, è il postulatore della causa di beatificazione del beato Giovanni Paolo II, nonché il cappellano della Comunità delle Suore dell'Immacolata di Genova presenti a Roma.

Laura Metrano Articolo Toscana Oggi-Confronto del 4 Dicembre 2011