L’ultima domenica di gennaio si celebra nel mondo la Giornata mondiale dei malati di lebbra (GML), voluta da Raoul Follereau dal 1954. La lebbra, malattia antica ma non ancora sconfitta benché curabile, colpisce ogni anno più di 200.000 nuove persone nel mondo, principalmente in India, Brasile e Indonesia, che concentrano l’80% dei casi. In questi ed altri paesi sono soprattutto le regioni più povere ad essere interessate, laddove le condizioni di vita sono più precarie.
Anche Porto S. Stefano è stata una delle 1000 piazze italiane che hanno aderito all’iniziativa del “Miele della solidarietà”, promossa dall’Associazione AIFO. I ragazzi e i giovani della Parrocchia si sono resi disponibili ancora una volta ad offrire i vasetti di miele nei sagrati delle tre Chiese ad un popolo che si dimostra sempre molto generoso di fronte alle iniziative benefiche.
Questa attività di volontariato fa aderire i ragazzi con gioia al messaggio cristiano, essi si sentono parte della comunità, si scoprono utili e testimoniano la capacità di attrazione del Vangelo della carità. Quella del Miele della Solidarietà è la terza iniziativa di beneficenza che ha coinvolto il gruppo dei ragazzi del dopo-cresima e dei loro animatori, dopo “La Castagna Solidale” del mese di ottobre, finalizzata a sostenere l’azione missionaria di Padre Walter, dei Servi dei poveri del Terzo Mondo e il “Calendario dell’Avvento” del mese di Dicembre,  il cui ricavato è stato inviato a Suor Annalena in favore delle attività della Scuola Materna “il Giardino di Maria” a Sibiu in Romania.
Ma il cammino del dopo-cresima, oltre alle iniziative benefiche, consiste anche nella catechesi accordata sui ritmi dell’anno liturgico e la vita della Chiesa; il mese Missionario, la Salvaguardia del Creato, la festa dei Santi, il tempo di Avvento, il mese della Pace, il dialogo ecumenico: ogni sabato la fantasia degli educatori ha fatto sì che il messaggio evangelico arrivasse ai ragazzi attraverso delle attività ludiche originali e coinvolgenti. Anche questo è un modo con cui i ragazzi raccolgono la sfida che Raoul Follereau ha lanciato a tutti i giovani del mondo prima di morire: “Se manca qualcosa alla vostra vita, è perché non avete guardato abbastanza in alto. Tutti identici? No. Ma tutti uguali e tutti insieme”.

Gli educatori  del gruppo dopo-cresima