10° Giornata per la custodia del creato: un invito alla cura della “Casa Comune”
“Un umano rinnovato, per abitare la terra”.È il tema scelto dalla Chiesa italiana per la 10ª Giornata per la custodia del creato fissata per il 1° Settembre 2015. Questa Giornata fu istituita nel 2006 su iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana con lo scopo di creare una giornata annuale dedicata a riaffermare l’importanza, anche per la fede, dell’ambientalismo con tutte le sue implicazioni etiche e sociali.
Nella nostra Diocesi, l’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale, il Lavoro, Giustizia Pace e la Salvaguardia del Creato ha proposto la partecipazione, il 3 Settembre, alla 10ª Giornata per la custodia del creato, rivolgendosi in particolare alle famiglie, ai ragazzi e ai giovani, al fine di far maturare, già dalla tenera età, una maggiore sensibilità nei confronti della Terra che abitiamo. La giornata si è svolta, come ormai di consuetudine, nella Riserva Naturale del Tombolo della Feniglia, luogo estremamente suggestivo e adatto all’occasione data la compresenza di vari ecosistemi: la pineta, che occupa quasi interamente il tombolo, è delimitata infatti dalla Laguna di Orbetello da un lato e dal mare dall’altro.
I ragazzi, le famiglie e alcuni sacerdoti del Vicariato del Mare, dopo aver percorso l’intera pineta in bicicletta e aver pregato tutti insieme sotto lo sguardo curioso di un gruppo di daini, si sono ritrovati tutti in spiaggia per il pranzo, il bagno e per alcuni giochi organizzati dagli animatori della Parrocchia di Porto Santo Stefano. Nel primo pomeriggio poi, presso la Sede del Corpo Forestale dello Stato, dopo una merenda Equo-Solidale offerta dalla Charitas diocesana e preparata dai ragazzi del Servizio Civile, don Lorenzo Pasquotti, direttore dell’Ufficio diocesano che ha promosso questa iniziativa, ha presentato l’Enciclica “Laudatosiì” di Papa Francesco, pubblicata il 18 Giugno 2015.
Nell’Enciclica il Papa traccia un quadro dei mali di cui soffre la terra: si parla di inquinamento e cambiamenti climatici, della questione dell’acqua potabile, della perdita della biodiversità, del deterioramento della qualità della vita umana e della degradazione sociale. Lo scopo di questa prima sezione, dice il Papa, è «[…]di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare».
Papa Francesco prende poi in esame la Genesi. Il primo libro della Bibbia ci ricorda quale deve essere il comportamento umano nei confronti del creato:“Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.” (Gen2, 15). A tal proposito, don Lorenzo ha sottolineato il ruolo che Dio ha assegnato all’uomo. Dio infatti gli ha affidato la cosa più importante che ha fatto, ovvero il mondo. L’uomo è responsabile di ciò che Dio ha creato, di quella che il Papa chiama “casa comune”. L’uomo dunque deve ricordarsi che il suo compito è quello di “Custodire e coltivare” la terra, non quello di sfruttarla e soggiogarla.