Papa Francesco quest'anno più che mai ha sentito forte la necessità di richiamare ai cuori di tutti il significato vero del Natale attraverso la lettera apostolica "Admirabile Signum", in cui esorta i cristiani a preparare il presepe, modo più semplice e genuino di comunicare il Vangelo. È proprio con questo spirito che si è svolta la XX Rievocazione della Natività a Porto Santo Stefano, che come da tradizione si tiene il 26 Dicembre e il 6 Gennaio. E se l'obiettivo originale con cui San Francesco realizzò a Greccio il primo presepe era quello di vedere con gli occhi del corpo la condizione di povertà e disagio in cui è venuto al mondo il Figlio di Dio, la Rievocazione assolve questo compito. L'invito rivolto al popolo è quello di mettersi in cammino in un percorso che conduce il visitatore lungo le vie del centro storico cercando di ricreare ciò che gli occhi di Maria e Giuseppe hanno visto in quei giorni precedenti la Nascita. Il viaggio ha inizio dunque con il censimento del popolo, sotto l'occhio vigile del censore e dei soldati, proseguendo attraverso l'accampamento romano e giungendo infine al centro di Betlemme. Si entra così in villaggio vivace e colorato in cui incontriamo il fornaio, il fabbro, il pescivendolo, il fruttivendolo, la sarta, le venditrici di spezie, di frutta e di anfore e tutta una serie di altri personaggi riportati alla vita dagli ottanta figuranti che, come a Greccio nel primo Presepe, hanno contribuito "ciascuno secondo le proprie possibilità" e le proprie abilità, chi intagliando il legno, chi intrecciando corde e cestini, chi preparando dolci e cibi vari, chi donando il pescato, il formaggio e il vino da offrire ai visitatori, chi mettendo a disposizione gli animali, chi realizzando gli oggetti a composizione della scenografia. Insomma un percorso per le vie in salita e le scalinate del centro storico pensato per rivivere la fatica sì, ma soprattutto il sollievo e la gioia di chi, dopo un lungo viaggio, arriva finalmente alla meta: un'umile capanna e una mangiatoia in cui giace Colui che diventerà Cibo per l'umanità. Poiché lì "La vita infatti si manifestò" (1 Gv 1,2) così, alla fine del percorso giungiamo di fronte alla Sacra Famiglia, alla piccola Maria Sole in braccio ai genitori Maria Chiara Scotto e Gabriel Terramoccia, giovane coppia di sposi del paese. Più in là i Magi, prostrati di fronte alla tenerezza di questa scena, offrono i loro doni al bambino. Il presepe dunque ci esorta a metterci in cammino e ci ricorda che, per quanto sia stato lungo e travagliato il percorso, c'è ancora speranza perchè "Cristo non ritenne mai un tetto tanto misero da impedirgli di entrare con gioia, mai un uomo tanto insignificante da non voler collocare la Sua dimora nel suo cuore" (S.Kierkegaard).
Sofia Sartori