Cuore Nero 2021 -  Venticinque anni in Burkina Faso (1996-2021)

Il Calendario Cuore Nero 2021, uscito come tradizione prima di Natale, segna un traguardo veramente importante: venticinque anni dal primo viaggio in Burkina di don Sandro. Ogni mese, come un album di foto su cornici d’argento, racconta questa straordinaria avventura. Ecco le parole che accompagnano immagini di persone e luoghi ormai divenuti familiari: “era il febbraio 1996 e per la prima volta salii le scalette dell’Air France con destinazione Ouagadougou, Burkina Faso. Fu per me il primo viaggio in terra africana per conoscere sul campo i missionari, il loro impegno nell’evangelizzazione, nella promozione umana e solidarietà, e soprattutto sperimentare da vicino la missione della Chiesa oltre i confini della vecchia Europa. L’anno prima ero stato con don Franco Rapullino, sacerdote napoletano e amico fin dai tempi del Seminario, a Manila per la Giornata Mondiale della Gioventù ed avevo assaporato il clima e la vita delle missioni, ospite di una comunità religiosa nella periferia della grande capitale delle Filippine.  Ma con l’Africa e soprattutto il Burkina Faso, fu amore a prima vista. Per tre anni accompagnai don Lido Lodolini, che mi aveva coinvolto in questa avventura  in altri viaggi nel paese sub-sahariano, ospite soprattutto dei Padri camilliani. Poi pian piano, prima come parroco di Albinia poi a Porto S. Stefano, il viaggio annuale in Burkina divenne parte integrante del mio ministero coinvolgendo diverse persone che in tutti questi anni mi hanno accompagnato, seguito, aiutato in quello che è diventato il progetto CuoreNero-Missione Burkina Faso. Ho percorso tanti chilometri lungo le piste polverose e sconnesse della savana, visitato villaggi, scuole, dispensari, orfanotrofi, ospedali e lebbrosari, comunità religiose ma soprattutto conosciuto missionari italiani e tanti sacerdoti, religiosi, religiose burkinabé. Ricordarli tutti è quasi impossibile, l’elenco sarebbe lungo e allora mi limito solo a quelli che non ci sono più come padre Celestino di Giovambattista, camilliano e parroco della parrocchia Saint Camille di Ouaga, o padre Gilbert Compaoré, anche lui camilliano, grande amico con cui ho passato giorni indimenticabili a Nanoro, il cui Centro medico negli anni è diventato un efficiente ospedale. Il piccolo fratello Emmanuel Kalmogo di Honda dagli occhi luminosi e penetranti, l’aspetto di un antico eremita del deserto; mons. Georges Fonghoro, vescovo di Mopti nel Mali, con il quale ho potuto collaborare poco per la sua prematura morte e soprattutto per la guerra fratricida che ha sconvolto il suo paese. E poi non posso non ricordare due grandi suore, Sr Maria Ribadeneira, ecuadoriana, sempre sorridente con in braccio i bambini nati prematuri del CREN di Tougouri e Po; Sr Ester de Falco, recentemente scomparsa, continuamente in movimento alla guida della sua scassata Land Rover e assediata dai suoi alunni dell’ école maternelle di Nanoro e Boussé. I volti, la vita, la testimonianza di queste persone rimarranno indelebili per me, come anche i volti dei tanti missionari che ancora sono oggi sono all’opera in questo straordinario Paese degli uomini integri (questo significa Burkina Faso). E’ anche grazie a loro che questi venticinque anni sono stati ricchi di esperienze, intensi, con tanti progetti e opere messe in atto in piena collaborazione con  una giovane chiesa locale dinamica, entusiasta, generosa della diffusione del vangelo. In questo veloce ricordo dei venticinque anni d’impegno per il Burkina Faso non posso dimenticare alcune figure che sono ancora oggi per me e per tanti un punto di riferimento: padre Salvatore Pignattelli, anche lui camilliano, medico pediatra, che ha celebrato il 50° di sacerdozio lo scorso settembre; fratel Vincenzo Luise, l’amico e fratello dei lebbrosi; sr Bartolomea Casu, ancora oggi nonostante gli ottanta anni pienamente attiva a Koupela e nei villaggi più isolati della savana e il Card. Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou, pastore vicino alla gente e soprattutto ai preti e ai religiosi, grande organizzatore, uomo di profonda spiritualità e visione pastorale che in qualche modo ricorda nei tratti e nell’attività i padri fondatori della Chiesa del Burkina Faso, quei Padri Bianchi che per primi all’inizio del novecento promossero la diffusione della fede cristiana nell’allora Alto Volta.    Grazie Burkina Faso – Barka Burkina Faso”.    

 

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