La Staffetta con Gesù Bambino

Dal 1990 a Porto S.Stefano la notte di Natale si ripete ogni anno una bella tradizione popolare, che consiste nella staffetta podistica non competitiva, che percorre il tragitto dal Convento del Monte Argentario alla Chiesa di S.Stefano Protomartire, compiuto in senso opposto ad anni alterni. E' una staffetta nella quale i corridori, che si passano di mano in mano la statua di Gesù Bambino, vedono la fatica trasformarsi in gioia quando entrano in chiesa allo scoccare della mezzanotte, al momento in cui le campane suonano a festa per annunciare la nascita di Gesù. Tale iniziativa viene organizzata dal Gruppo Sportivo Dilettantistico CSI Don Azelio Bastianini, in collaborazione con la Parrocchia di S.Stefano e la Pro Loco, con il patrocinio del Comune di Monte Argentario. Nel notte di Natale del 2016 è stata realizzata la ventisettesima edizione di questa suggestiva manifestazione, conosciuta come "Corriamo con Gesù Bambino", che fa sentire in modo speciale lo spirito del Natale a coloro che vi partecipano e a coloro che accolgono la statua del Bambino in chiesa con gli applausi e la gioia nel cuore e nei volti. Lungo il percorso gli atleti vengono scortati da alcune macchine dell'organizzazione, dalle forze dell'ordine e da un'ambulanza della Confraternita di Porto S.Stefano, i quali garantiscono che tale gesto sportivo e religioso sia realizzato in sicurezza. Quest'anno la statua di Gesù Bambino ha compiuto il percorso dal Monte alla Chiesa di S.Stefano Protomartire, dove è stata accolta dal parroco don Sandro Lusini (nella foto) che l'ha baciata e innalzata per benedire i fedeli presenti alla veglia e alla celebrazione eucaristica. Al termine della celebrazione c'è stato il rito del bacio alla statua del bambinello, in segno di benedizione e di accoglienza. In quella Notte Santa in modo particolare, ma anche nelle altre liturgie del Tempo di Natale, la Chiesa ci invita a guardare al Bambino Gesù, in quel Bambino che ci è donato e nel quale si fa concreto l'amore di Dio per noi. In questi giorni nelle letture e nelle omelie dei sacerdoti e del Papa Francesco, più volte abbiamo ascoltato alcune parole ed immagini (luce, gioia, speranza, amore, accoglienza, dono) che hanno un unico protagonista, Gesù Bambino. Grazie all'incarnazione di Dio, fatto uomo in Gesù, siamo passati dal buio delle tenebre alla luce vera, capace di illuminare ogni uomo; ma questa luce ha bisogno di essere accolta perché illumini. Così Gesù ha bisogno di essere accolto nei nostri cuori, perché possa illuminare la nostra vita e dare un senso. In quel bambino Dio si rivela e viene incontro all'uomo: l'essersi fatto bambino ci ricorda che Dio viene ad incontrarci nelle piccole cose, nella vita quotidiana, per cui non va cercato solo in certi luoghi o momenti, ma ogni giorno nella semplicità e nelle persone che ci stanno accanto. Il nostro cammino di fede deve seguire l'esempio del cammino dei pastori e dei magi, nonché l'atteggiamento di Maria: i pastori che si fidarono dell'annuncio degli angeli, camminarono senza indugio, andarono ad adorare il bambino e dopo averlo visto riferirono ciò che del bambino era stato detto loro, che ci sollecitano a vivere in modo nuovo "glorificando e lodando Dio" e a trasformare la nostra vita in rendimento di grazie; i magi che guardarono il cielo e s'incamminarono, portando al bambino i loro doni, che ci invitano ad essere coraggiosi e generosi, ricordandoci che nessuna persona o situazione è abbastanza lontana per non poter riconoscere ed incontrare Dio; Maria che ha custodito ogni avvenimento, gesto e parola di Gesù nel suo cuore, immagine della Chiesa e dell'atteggiamento che deve avere ogni discepolo di Gesù. Questi esempi e testimonianze ci dicono che la fede in Gesù è un dinamismo che nasce da un atteggiamento profondo di ascolto della Parola presente in tutta la creazione, che parla il linguaggio delle piccole cose, e che la Scrittura ne svela il senso, mostra la via ed offre la possibilità di confrontare la propria storia personale con l'agire di Dio; tale fede è suscitata dallo scrutare le piccole luci che si fanno presenti negli avvenimenti e negli incontri della nostra storia. Sono necessari quindi un cuore in ricerca, un camminare deciso, uno sguardo aperto a scrutare le stelle che guidano il nostro cammino che ci portano a riconoscere negli uomini, soprattutto nei più piccoli, la presenza di Dio. Come ha detto Papa Francesco "il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù, perché Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sue opere malvagie". In questo nuovo anno impegniamoci da veri cristiani a riscoprire la dignità di figli di Dio ricevuta nel Battesimo e a diventare nel nostro ambiente autentici testimoni di Gesù, del suo Vangelo e della sua Parola di speranza. In Cristo, "Dio non si è mascherato da uomo", ma "si è fatto uomo e ha condiviso in tutto la nostra condizione"; per questo l'immagine del bambino nel presepe ci invita a fare nostra la logica divina dell'incontro e della vicinanza. Impegniamoci allora, lasciando da parte i nostri egoismi, a cercare di compiere il bene ogni giorno, per costruire un mondo migliore dove regni la pace e la fraternità, portando la luce di Dio, l'unica che "splende nelle tenebre e che le tenebre non l'hanno vinta".

Laura Metrano