Il 25 luglio la Chiesa celebra la solennità dell'Apostolo Giacomo fratello dell'evangelista Giovanni, tra i primi chiamati dal Signore a diventare "pescatori di uomini". Da alcuni anni questa data è particolarmente sentita nella comunità santostefanese per il legame di Santiago con il parroco don Sandro, cultore e assiduo camminatore lungo le vie di pellegrinaggio che in tutta la Spagna segnano quello che tutti conoscono come il cammino di Santiago. Molti parrocchiani hanno percorso il Cammino, molti hanno letto il libro Destinazione Santiago che racconta la straordinaria esperienza di questa via di pellegrinaggio ancora oggi così praticata. Anche quest'anno don Sandro con don Mulenga e Fortunato Coccoluto hanno percorso da Astorga gli ultimi 300 km del cammino francese, il cammino più conosciuto e frequentato e sicuramente quello più ricco dal punto di vista spirituale, culturale e geografico. Una delle tappe significative di questo tratto è stata la salita alla montagna del Cebreiro. A 1300 metri d'altezza il Cebreiro segna l'ingresso della Galizia ed è senza dubbio uno dei luoghi più emblematici di tutto il Cammino. Fin dal medioevo esisteva qui un rifugio per pellegrini che si trasformò in uno degli ospitali più importanti, oscurando perfino quello di Roncisvalle, a seguito del famoso miracolo eucaristico avvenuto agli inizi del Trecento. E' il Milagro come qui è detto, fonte di tutto il ciclo di tradizioni e racconti legate al Santo Gral spagnolo. La leggenda narra di un contadino, giunto per assistere alla messa in un giorno di tempesta e neve. Entrato in chiesa mezzo assiderato, il sacerdote che celebrava pensò che dovesse essere stupido per affrontare una simile bufera solo per vedere un pezzetto di pane e due gocce di vino. L'ostia consacrata che l'incredulo prete teneva in mano si trasformò in carne e il vino del calice in sangue. Ancora oggi calice e patena sono conservati nella cappella di destra, solennemente esposti in un prezioso reliquiario in due ampolle di cristallo di rocca donate dai Re cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, dopo la loro peregrinazione a Santiago nel 1468. La chiesa romanica di Santa Maria la Real do Cebreiro è oggi officiata da una comunità di francescani (tra cui due italiani) i quali si preoccupano di assicurare a questo luogo così particolare il raccoglimento e il silenzio per l'adorazione eucaristica. Quanti pellegrini lungo i secoli hanno trovato forza e consolazione sotto le robuste arcate romaniche, tanti hanno attinto gioia e speranza dall'adorazione. Essa è la percezione della grandezza, della bellezza, della bontà di Dio e della sua presenza che toglie il respiro. E' una specie di naufragio nell'oceano senza rive e senza fondo della maestà di Dio. Quando è genuina l'adorazione non ha nulla di servile; non è espressione di timore, ma di amore e liberà filiale. Un'espressione di adorazione, più efficace di qualsiasi parola, è il silenzio. Adorare, secondo la stupenda espressione di Gregorio di Nazianzo, significa elevare a Dio un inno di silenzio come il salmo 65 esorta Tibi silentium laus, a te si deve o Dio la lode del silenzio. Giovedì 25 luglio nella chiesa dell'Immacolata di Porto S. Stefano alle ore 18,00 verrà celebrata la Messa votiva dell'Apostolo Santiago, nella quale verrà ricordato Mario Corsi, recentemente scomparso per una grave malattia, che ha percorso con don Sandro e altri pellegrini diverse volte il cammino di Santiago. Alle 21,30 infine, nel piazzale sopra la Sala polivalente verrà proiettato il film del regista Emilio Estevez The Way – il cammino per Santiago con protagonista il famoso attore americano Martin Sheen. E' un buon film che con semplicità e bellezza narrativa descrive persone confuse che si trovano, quasi loro malgrado, a contatto con un Mistero più grande delle loro fatiche. Molte scene risulteranno familiari a chi ha percorso questo straordinario e unico itinerario, come la scena della pietra consegnata ai piedi di una Croce di ferro (Cruz de jerro) o la commozione che prende questi improvvisati e improbabili pellegrini una volta entrati nella Cattedrale, dopo aver attraversato il grandioso Portico della Gloria e ammirato le oscillazioni del grande botafumeiro, l'incensiere di circa 60 chilogrammi che diffonde lungo le volte e il transetto insieme a nuvole d'incenso profumato le preghiere di migliaia e migliaia di pellegrini che ogni anno fanno della rotta verso Compostella il fine del loro desiderio di Dio.
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