In cammino verso Betlemme per incontrare Gesù e rinnovare la nostra vita

presepe

Anche quest’anno il 26 dicembre e il 6 gennaio la Comunità parrocchiale di Porto S.Stefano ha proposto la “Rievocazione della Natività”, comunemente chiamata presepe vivente, giunta alla dodicesima edizione, fin dall’inizio voluta e realizzata nello stile tradizionale del primo presepe di Greccio del 1223, ideato e rappresentato da S.Francesco d’Assisi, con persone e animali veri, per ricordare e rivivere gli avvenimenti della notte santa di Betlemme.
Tra le caratteristiche che la contraddistinguono e la rendono speciale: la presenza di persone e animali veri ed in particolare nella grotta della Natività di una famiglia con la propria creatura di pochi mesi; la semplicità e l’ambiente suggestivo creati con cura e attenzione per le strette vie del centro storico, abbellite e illuminate per l’occasione; la degustazione di bevande e cibi (formaggio, bruschette, schiaccine, ecc.) realizzati sul posto ed offerti dai figuranti; la presenza di mestieri ed attività tipiche santostefanesi; l’apporto di modifiche e novità; la musica e i canti natalizi di sottofondo per esprimere e rendere ancor più viva la gioia per la nascita di Gesù.
Una rievocazione raccolta, visto il percorso ridotto, che aveva il suo ingresso accanto alla Chiesa di S.Stefano e procedeva tutta in salita, tra i gradoni e gli stretti vicoli, fino a giungere nel suo punto più alto alla grotta della Natività, semplice ed accogliente, scaldata da un asinello e un vitellino, al quale i bambini si avvicinavano per fargli una carezza. Quest’anno la Sacra Famiglia era rappresentata da Claudia Arienti e Roberto Gabrielli, con la piccola Miriam, mentre i magi erano Girolamo Benedetti, Corrado Loffredo e Doriano Alocci. Come sempre l’ingresso era regolato da due soldati romani, a cui seguiva il banco del censimento dove in un pergamena venivano raccolte le firme dei visitatori, che quest’anno hanno superato i mille. Hanno partecipato diversi figuranti, alcuni dei quali alla prima esperienza, con impegno, entusiasmo e qualche sacrificio, permettendo così che questa bella tradizione religiosa e popolare continui a ripetersi, rappresentando non solo un’attrazione turistica per i forestieri, ma soprattutto un’occasione di testimonianza di fede e di trasmissione di un messaggio di pace, di speranza e di amore in questo periodo di Natale. Un messaggio e un desiderio che in ogni parte del mondo ogni famiglia cristiana cerca di trasmettere realizzando nella propria casa il presepe, con diversi materiali, stili e dimensioni, molta fantasia e creatività, per accogliere Gesù nel proprio cuore.
Credo che ogni anno nel partecipare e nel visitare il presepe vivente mettiamo in pratica quelle parole del Vangelo di Luca “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento”, tema del messaggio per il S.Natale del nostro Vescovo Mons. Guglielmo Borghetti. Infatti per due pomeriggi alcuni vicoli e stradine di Porto S.Stefano si trasformano in una piccola Betlemme e accolgono numerosi visitatori che hanno intrapreso il cammino desiderosi di cercare e vivere il vero significato del Natale.
Delle volte basta poco per incontrare Gesù e fare esperienza del suo amore per noi: penso all’incontro nella preghiera, nella partecipazione alla messa domenicale, nei Sacramenti e nella carità. Tuttavia delle volte abbiamo bisogno di compiere un cammino spirituale incontro a Gesù per riorientare la nostra vita verso l’Essenziale e riportare Dio al primo posto nelle nostre priorità. Tutto sta nel desiderarlo e nel compiere quel cammino, con umiltà e senza indugio, come fecero i pastori ed i magi, perché nell’incontro con Gesù l’uomo ritrova se stesso e scopre ancora una volta che Lui è la vera luce che rivela il senso del rapporto con Dio, con gli altri, con se stessi e con il creato. Potremo così ritornare nella vita quotidiana, trasformati e rinnovati, per vivere e testimoniare la nostra fede nel Dio fatto uomo e risorto per la nostra salvezza.
Così ogni Natale potremo sentire attuali e vive le parole del Vangelo “Oggi è nato per noi il Salvatore”: ancora oggi infatti possiamo accoglierlo nei nostri cuori perché, come ha detto Papa Benedetto nell’udienza generale del 21 dicembre scorso, “Egli nasca anche nella nostra vita e la rinnovi, la illumini, la trasformi con la sua Grazia, con la sua Presenza”.

Laura Metrano